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Tra il 2001 e il 2007, le società femminili hanno incrementato i ricavi a un ritmo medio annuo superiore rispetto a quelle maschili in ogni fascia di fatturato considerata (dell'8,8% contro l'8,6% tra quelle con ricavi superiori ai 200 milioni, del 7,7% contro il 6,5% tra quelle con ricavi tra i 50 e i 200 milioni, del 3,6% contro il 2,7% tra quelle con ricavi compresi tra 10 e 50 milioni).
Le imprese con un capo donna hanno anche evidenziato una migliore capacità di generare profitti nel 2007: in media, le società femminili realizzano 6,9 euro di margini operativi lordi ogni 100 euro di fatturato, contro i 6,5 euro delle aziende maschili. È maggiore anche la quota d'imprese femminili in grado di chiudere l'esercizio in utile: di 3,5 punti per quelle con ricavi oltre i 200 milioni (86,5% contro 83%), di 3,3 per quelle tra 50 e 200 milioni (85,2% contro 81,9%), di 0,3 per quelle con ricavi tra 10 e 50 milioni.
Nonostante la più marcata concentrazione nelle fasce inferiori di fatturato, la percentuale d'imprese guidate da donne nelle classi più rischiose del sistema di rating del gruppo Cerved-Centrale dei Bilanci (un indice di sintesi del rischio di default di un'impresa) è sostanzialmente allineata con quelle delle aziende con un capo maschio. Un'analisi econometrica su circa 24mila società consente di isolare e quantificare il “fattore D”, il minor rischio associato all'impresa quando nel board vi è una maggioranza di donne. L'analisi indica che, quando il Cda è costituito in prevalenza da donne, la probabilità di rientrare in una classe di rating peggiore si riduce del 15% rispetto ai casi in cui le donne sono in minoranza o assenti dal Cda..
D'altra parte, i dati indicano che la presenza di donne nei Cda è associata a una minor percentuale d'imprese in crisi o che hanno chiuso i battenti. Tra le imprese che nel 2001 superavano i 10 milioni di fatturato con un board composto da almeno due componenti, solo una percentuale del 13% delle società in cui le donne occupavano la maggioranza o la totalità delle poltrone di comando è entrata in crisi finanziaria o non è più attiva: la stessa percentuale calcolata sul complesso delle imprese è pari al 22 per cento.
*Cerved Bi, Ufficio studi
La rincorsa della parità nel governo dell'economia
Lo studio analizza il ruolo delle donne nelle imprese individuali e nelle società di capitale italiane che hanno realizzato un fatturato superiore ai 10 milioni di euro tra il 2001 e il 2007 (sono escluse le aziende dei settori agricoltura, pesca e finanziario). Il rapporto completo è disponibile sul sito www.cerved.com